Il siculo

camilleri

A differenza di quelli che in questi giorni hanno compianto il caro maestro senza aver mai letto un suo libro e di quelli che – come temo – hanno millantato amicizie-legami-aneddoti e chissà cos’altro; e a differenza di quelli che senza nemmeno far evaporare un sacrosanto cordoglio si sono sentiti in dovere di rivelarci quanto odiassero i suoi romanzi; a differenza di molta gente, quindi, con cui qualcuno di noi non vorrebbe rimanere bloccato in ascensore o dover bere una birra, volevo dirvi che Andrea Camilleri l’ho conosciuto per davvero, ma ho preferito aspettare qualche giorno prima di provarci con il mio “addio, maestro”.
Anni fa ho frequentato un corso di scrittura e tra gli altri professori c’era proprio il Camilleri nazionale. Il maestro, tra una sigaretta e l’altra, ci faceva scrivere dei microracconti e poi noi coraggiosi imbrattacarte privi di vergogna potevamo farci leggere e farci giudicare. Ma Camilleri oltre che un grande scrittore era una persona gentile e anche quando gli proponevamo immonda immondizia riusciva a dire la verità senza essere offensivo, petulante o men che meno aggressivo. Un gran signore.
In un anno e passa di corso non si è mai ricordato il mio nome. Mi chiamava “il siculo”. Ma non so se per campanilismo o perché gli piacessero veramente, a volte il suo giudizio sui miei racconti era fin troppo generoso. Chi lo sa cosa avrebbe pensato dei miei libri, ma non gliel’ho mai chiesto né ho provato a contattarlo una volta finito il corso, per pudore, innanzi tutto, e poi perché come avrei potuto presentarmi, “salve, sono il siculo, si ricorda di me”? Quel che è certo è che, a differenza di altri scrittori italiani famosi o pseudo-famosi che ho conosciuto, spesso animati da una sincera passione per il loro ego, Andrea Camilleri sembrava essere animato da una sincera passione per la lettura. Una volta, dopo aver letto un mio racconto così strambo, ma così dannatamente, esageratamente strambo che forse non era neanche malaccio, citò gli Urania con i racconti di Robert Sheckley. Quel giorno mi sentii meno solo nel cosmo. E oggi che Andrea Camilleri è morto e quasi tutti ci sentiamo più soli nel cosmo, mi chiedo se quelli che si danno tante arie e si divertono a fare i bastian contrari abbiano mai letto Robert Sheckley. Ma forse no, non l’hanno letto, sono stati troppo impegnati a farsi le foto fighe con le copertine dei libri alla moda.

2 pensieri su “Il siculo

  1. che bel epitaffio. non ho letto molti libri di Camilleri ma riprometto di farlo. Comunque tra i pochi che lessi mi colpí Il Re di Girgenti. meno male che la vita é stata benevola con lui e gli ha dato tanti anni

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