Il matrimonio impossibile tra poseur e libri fighissimi

Per la serie cose belle che escono in edicola e purtroppo non arrivano in libreria (sigh…): Il matrimonio alchimistico di Alistair Crompton.
Robert Sheckley è stato un maestro della narrativa novecentesca (soprattutto per i suoi racconti), eppure noto con grande dispiacere che si è formata una generazione di addetti ai lavori e di lettori totalmente estranea a certe opere, vittima di un canone da liceo classico (perdonatemi) o di libri da “posizionamento”. Peccato perché ho conosciuto molti intellettuali, addetti ai lavori, professori e scrittori della generazione precedente e questi in genere possiedono un parco letture più aperto alle meraviglie del possibile. Da qualche parte abbiamo sbagliato qualcosa, temo, abbiamo imboccato il bivio sbagliato e siamo finiti nella terra dei poseur.

Ognuno ha il guru che si merita

Ho appena visto un’intervista a Pasolini (che io non chiamo Pierpaolo come fanno molti perché non era mio parente o conoscente) in cui il Nostro diceva di amare solo le persone ignoranti, perché sono pure, mentre i borghesi hanno perso la purezza e la grazia perché hanno studiato e sono ricolmi di cultura imparaticcia. Purezza che però si ritroverebbe all’apice della scala sociale, in persone dotate di altissima cultura, aggiungeva il nostro, forse includendosi nella casta di sommi spirti ed eletti.

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Star Trekkin’

Mi dice un tale, vecchio collega universitario, che incontro per caso e con cui mi fermo a prendere un caffè: “Ah, i tempi della tesi di laurea, quanta fatica, quanta paura di sbagliare!” Ma io in verità la tesi di laurea l’ho scritta nel tempo libero tra un libro di fantascienza e l’altro, e la consegnai senza nemmeno rileggerla, perché tanto nessuno di quei bellimbusti con megastipendi e microletture, che mi avrebbero esaminato con sussiego, sarebbe stato in grado di cogliere le mie (folli) connessioni tra Tocqueville e Ballard. Quando invece mi sono davvero spaventato e non ho dormito la notte e ho pesato con il bilancino ogni singola affermazione è stato per il mio articolo su Star Trek, la pista delle stelle, uscito tempo fa su Doppiozero.

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A floodplain mind

La mia band preferita, i Misophone, ha una caratteristica: non sono famosi. Intendo che non se li fila nessuno o quasi. Tanto che posso permettermi di sentirli senza doverli condividere con i poseur che popolano la rete e pure le piazze reali. Indie-boyz attempati, rumoristi della prima e dell’ultima ora, haters della melodia, nostalgici dei bei-tempi-che-furono, giovinastri con i valori degli astratti furori completamente fuori controllo, i Misophone non fanno per voi. Perché i Misophone non aiutano la popolarità dei vostri post e non riuscirete mai a conquistare l’anima gemella millantando di conoscerne la discografia. Non acquisirete like, prestigio, rispetto. I Misophone esistono solo per essere ascoltati al riparo della nostra cameretta, lontano dagli sguardi degli estranei, già per altro ben chini sui loro schermetti a pontificare contro la deriva della società, la bieca commercializzazione che ci ottunde, le piste ciclabili che ci stanno rubando l’anima e la musica di oggi che non è più la musica di una volta.

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Resurrections, Filini e vittime di serie B

In questa splendida giornata baciata dal sole dopo giorni di temporale e ventaccio cattivo mi ritrovo a guardare Matrix resurrections e a riflettere sull’esistenza del “brutto oggettivo“. Non il brutto-trash che si fa bello, ma proprio la bruttità incarnata che obnubila la mente e anche il cielo che in questo momento mi sovrasta. Ma così come anni fa il primo film della serie (che tutti ricordiamo con ardore e rapimento) fece da apripista a un quarto di secolo di Neo-gnosticismo antisistema spalmato su intere generazioni, questo grottesco disastro cinematografico non ci racconta che, in questo momento storico, dovremmo smetterla di tirarci martellate sulle dita come Filini a Fantozzi?

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Schegge (imbruttite)

A poco più di sessanta pagine dalla fine de “Le schegge” posso dire che il nuovo romanzo del mitico Bret Easton Ellis è proprio una bella robetta tutta da slurpare. Ma, perché c’è un “ma” grande come una casa e spero che lì fuori ci sia qualcun altro che se n’è accorto, altrimenti mi sembrerebbe di essere finito in una dimensione parallela in cui gli elfi oscuri hanno imposto la neolingua al resto del mondo; ma – dicevo – come stracaxxo lo ha tradotto il pur stimatissimo Giuseppe Culicchia? Perché mai nella sua traduzione usa espressioni come “ci vediamo ad assemblea” oppure “Durante assemblea” oppure un clamoroso “i Psychedelic furs” (orrore cosmico lovecraftiano!!)?

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Non sono contro le piste ciclabili ma

Non sono contro le piste ciclabili ma. Le piste ciclabili ci rubano i parcheggi. Ho anche amici ciclisti ma. Le piste ciclabili a casa loro. Le bici a pedalata assistita devono integrarsi non siamo ancora pronti. Le ambulanze non passeranno sarà una strage. Il traffico è impazzzito. A causa delle piste ciclabili non si può più circolare. E che siamo in Svezia? Le ciclabili ci hanno rubato l’anima sono opera del demonio traffico impazzito a Siracusa tutta colpa di airbnb i ciclisti turisti drogati vegani invadono Ortigia le bici a pedalata assistita violano le nostre tradizioni parcheggio in doppia fila e anche sui gradoni del duomo con il suv schiaccio ciclisti e pesto i piedi ai turisti quando c’era lui non c’erano le ciclabili basta con queste biciclette non si sta capendo più niente i ciclisti al confino che tempi che tempi eia eia eia alalà.

Tutti dipendenti della megaditta

Piste ciclabili opera del demonio comitato mamme anti rock mobilitato per ripristinare i parcheggi in doppia fila scarpe orrende da trecento euro trampoli e sneaker piombate calpestano ciclisti nei sogni a occhi aperti della classe dirigente turisti usati come scudi umani contro i Negramaro siracusa bedda rinasce al teatro greco Mattarella in apecalessino fa un giro a Ortigia cover band da un lato cover band dall’altro cocktail annacquato panino iust’e camperetti sassa rosa doppia mozzarella con il Presidente della Germania quattro a tre chi ha fatto palo tutti a teatro c’è l’Ulisse contest di foto e video del palco fuochi artificiali abusivi di aggettivi bello bellissimo splendido sublime questa è ARTE guarda le mie foto ma soprattutto guardami godo dell’arte per l’arte siamo sommi spirti l’antica Grecia adoro e poi allo stadio Eschilo Sofocle Neri Parenti Euripide forza Siracusa alè leoni di Sicilia alè si diceva che avesse segnato pure Napolitano di testa su calcio d’angolo spelliamoci le mani siamo tutti dipendenti della megaditta la corazzata Potemkin è una cagata pazzesca ma anche l’Ulisse non scherza.